9 maggio: L'ex Fossanese, Torino e Lecce è entusiasta: «Il progetto mi ha subito affascinato»
Puntare sui giovani”. L’espressione è una sorta di mantra al Fossano Calcio. Il passaggio di Giacomo Galvagno alla Juventus; la recente convocazione di Luca Gemello e Samuele Giraudo in Nazionale Lnd; una Prima Squadra con un’età media più da campionato Juniores che da Promozione. Questi sono solo alcuni dei traguardi conseguiti dalla nuova gestione Botta, che da circa un anno e mezzo ha ridato smalto alla storica società azzurra. Certo, come ama ripetere Viassi, per rifondare una struttura dal basso ci vuole tempo. Tuttavia, quanto conquistato finora è già degno di nota.
Adesso, proprio per continuare su questa scia, è arrivata la ciliegina sulla torta: la scelta di Ezio Panero come nuovo direttore tecnico del settore giovanile azzurro. Un profilo non certo casuale visto il ruolo che gli spetta. Cuneese doc, nato a Centallo e cresciuto nelle giovanili di Fossano (al tempo ancora “Fossanese”) e Torino, Panero ha esordito in Serie A con la maglia del Lecce. Poi, una volta appese le scarpe al chiodo, due anni da responsabile tecnico a Cuneo seguiti dall’esperienza privata all’Asd Excellent, nota scuola di perfezionamento calcistico. Per conoscerlo un po’ più a fondo, gli rivolgiamo subito alcune domande.
Dopo esserci cresciuto, torni a Fossano per lavorare con i ragazzi…
«Sarà sicuramente emozionante. Se sono qui, è grazie al dg Gianfranco Bessone: l’amicizia che ci lega ha fatto la differenza. Il progetto del Fossano mi ha subito affascinato, per me che amo lavorare coi giovani è davvero la piazza ideale. Oltre a Bessone, ho già avuto modo di conoscere gli altri dirigenti: persone animate da una grande passione, gli ingredienti per far bene ci sono tutti».
In cosa consisterà, nello specifico, il tuo ruolo?
«Io e Viassi parliamo la stessa lingua a livello calcistico. Ma rispetto a lui, che ha già l’impegno della Prima Squadra, seguirò nel dettaglio le varie categorie, focalizzandomi sia sulla tecnica che sull’aspetto mentale: senza costanza e disciplina non si va da nessuna parte. Un lavoro sul campo per il quale sarà fondamentale la collaborazione con gli allenatori, che già conoscono i ragazzi e sapranno sicuramente consigliarmi. Tutto questo con uno solo obiettivo: la valorizzazione dei singoli. Cosa che faremo cercando di aumentarne la visibilità di fronte ai grandi club e, soprattutto, facendone esordire il più possibile in Prima Squadra».
Cosa rappresenta, per te, il lavoro coi giovani?
«Significa mettersi costantemente in discussione. Le difficoltà non mancano, ma le soddisfazioni sono impagabili. In questi anni me ne sono tolte parecchie. Penso ad esempio a Paolo Beltrame, che a Cuneo sta dimostrando tutto il suo valore; o a Claudio Morra, campione d’Italia con la Primavera del Toro. Splendidi ragazzi: umili, oltre che talentuosi».
C’è qualcuno, tra quelli che hai allenato, che ti piacerebbe portare al Fossano?
«Un nome ce l’ho, ed è Gabriele Sampò: centrale di difesa classe ‘93, nato a Cuneo, cresciuto nel vivaio del Torino e attualmente alla Sammaurese in serie D. Tuttavia, voglio prima vedere i ragazzi già a disposizione. Personalmente conosco solo Giovanni Giraudo e Andrea Tavella, che ho avuto a Cuneo anni fa. Con gli altri ci siamo appena presentati e mi hanno fatto un’ottima impressione: ragazzi educatissimi, nonostante la giovane – in alcuni casi giovanissima – età».
A tre anni dal centenario, l’obiettivo è raggiungere in tempo utile la Serie D, possibilmente con prodotti del vivaio. Lo ritieni un traguardo possibile?
«Assolutamente sì. Con l’arrivo di Viassi la società si è già data molto da fare. Tre anni sono il tempo giusto per centrare l’obiettivo. Puntare sui giovani, soprattutto in tempi di crisi come questi, è la soluzione vincente. Un anno fa ho visitato la “canterà" del Barcellona… Ebbene: su 230 ragazzi, 186 sono catalani. Perché non seguire la stessa filosofia a Fossano, fulcro di una vasta provincia?».